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Anaao, subito il nuovo contratto: interventi per aumentare le retribuzioni

Sindacato Redazione DottNet | 03/02/2021 12:44

I medici italiani hanno un gap di 40mila euro con i colleghi degli altri paesi europei: il 46% pensa di abbandonare l'ospedale pubblico

l maggiore sindacato dei medici ospedalieri italiani, l'Anaao Assomed lancia nella ricorrenza del primo anno dell'epidemia un appello alla politica e alle istituzioni per fermare l'emorragia di camici bianchi che "ha raggiunto un punto di non ritorno". Aprire la stagione contrattuale 2019/2021 dei medici e dirigenti sanitari da concludere prima della scadenza - scrive l'Anaao - in una nota - programmare interventi articolati e progressivi per recuperare il gap di circa 40 mila euro nelle retribuzioni con gli altri Paesi dell'Europa occidentale. Attribuire una dirigenza "speciale" ai medici e dirigenti sanitari del Ssn. Completare la legge sulla responsabilità professionale verso un sistema "no fault" prevedendo la tutela giuridica per gli eventuali eventi avversi verificatesi durante il periodo dell'emergenza. Maggiore proporzione tra esigenze di cura e risorse umane e strutturali disponibili.  "Nella nostra recente survey "Il lavoro in ospedale ai tempi del Covid" - commenta Carlo Palermo, segretario nazionale del sindacato - è emersa una sofferenza che viene da lontano, amplificata dalla pandemia, che ha reso insostenibili intensità assistenziale e carichi di lavoro, tanto che il 46% dei medici pensa di abbandonare l'ospedale pubblico nei prossimi 2 anni.

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E oltre il 75% ritiene che il proprio lavoro non sia stato valorizzato a dovere, sia prima che durante la crisi pandemica". E continua; "Già ora in molte aziende sanitarie le uscite dal Ssn non avvengono solo per raggiunti limiti pensionistici: in particolare del Nord Italia, si può arrivare fino ad un 30-40% di uscite per la decisione dei medici di licenziarsi. Le ragioni che spingono ad abbandonare gli ospedali sono riassumibili in un comprensibile spirito di sopravvivenza: l'eccesso dei carichi di lavoro; la rischiosità del lavoro sia sotto il profilo biologico che medico-legale; la sua cattiva organizzazione; lo scarso coinvolgimento nelle decisioni che li riguardano".

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